Intervista1 - Sito del Rione di Sant'Ambrogio Olona di Varese

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Intervista Prof. Luigi Daverio - Marzo 1991 a cura di Carlo Zanzi

Luigi Daverio: gli occhi dell'arte

Nel cuore della vecchia Sant'Ambrogio pulsa la vena dell'arte.

In via Baraggia n. 13 opera da sempre il prof. Luigi Daverio.

Sono andato a trovarlo.

Nei due locali a pianterreno della casa paterna (Daverio nasce a Sant'Ambrogio il 4 giugno 1920), dove una piccola stufa a legna permette la sopravvivenza, è già compiutamente descritto il personaggio: centinaia e centinaia di libri, riviste, raccoglitori con ritagli di giornale, appunti di tale o tal altro autore, il tutto conservato con ordine ("se non avessi fatto il professore, avrei potuto essere un notaio" mi confida).

Alle pareti bozzetti e riproduzioni di affreschi e tele famose. Si nota un suo autoritratto.

In pensione da 9 anni, Luigi Daverio arriva tutte le mattine in via Baraggia e da il via alla sua ennesima giornata di "ricercatore-amante" dell'arte.

Ma procediamo con ordine.

Daverio: "Non mi sono mai spostato da Sant'Ambrogio" racconta.
"Nel '46 mi sono iscritto all'Accademia di Belle Arti di Brera, facoltà di Decorazione.
Nel '49 ho cominciato i miei studi sugli affreschi della Cappella dell'Assunta, nella nostra Antica chiesa parrocchiale".

Zanzi: "I famosi affreschi del Morazzone?"

Daverio: "Certo. E già nel '49 li ho attribuiti a Pier Francesco Mazucchelli, detto il Morazzone, quando ancora non erano saltati fuori i documenti dell'archivio parrocchiale di Sant'Ambrogio".

Il prof. Daverio è schivo, non fa parte di quella categoria di persone che lustra il proprio operato, pensando di arricchirne il valore.  

Proprio per questa riservatezza ha esistalo a rilasciare l'intervista, e forse nella sua carriera non ha raccolto i riconoscimenti che il suo estro avrebbe meritato.

Daverio: "Sono una persona che ha sempre detto quello che pensava.
Ho il mio carattere, e preferisco la solitudine alla falsità".

Zanzi: "E dopo gli studi sul Morazzone?"

Daverio: "Nel '51 ho vinto il concorso indetto dalla Curia, per un affresco di m.10 nella chiesa dell'Immacolata a Masnago.
Ho eseguito questo affresco dell'Assunta, che ho visto poche volte, perché quella chiesa è poi stata chiusa.
Nel '52 sono stato nominato Ispettore Onorario per la conservazione dei Monumenti per la Provincia di Varese.
Per molti anni ho fatto il restauratore, poi mi sono diplomato "Maestro d'Arte" e nel 1960 ho iniziato la mia carriera d'insegnante nella Scuola Statale".

Il resto lo veniamo a sapere, leggendo il suo "curriculum": membro della giuria in svariati Premi internazionali di pittura, autore per la rivista "Tracce" di un contributo sul "Paolo VI di Bodini al Sacro Monte di Varese", nominato e riconfermato sino al 31 maggio 1990 Ispettore Onorario per i Beni Ambientali e Architettonici della città di Varese.

Zanzi: "Quali sono i suoi progetti per il futuro?"

Daverio: "Sto portando avanti da tempo un lavoro sulla prospettiva. È un argomento vastissimo, mi piacerebbe riuscire a descriverlo in modo completo e nello stesso tempo accessibile a tutti, ma più si va in profondità, più si scoprono nuove direzioni."

Ecco chi è il prof. Daverio: un artista estremamente puntiglioso, che non cede all'approssimazione, che non tralascia i particolari.

Daverio: "Vede" mi confida "Io so distinguere un autore perché ho riprodotto col pennello, col carboncino i suoi lavori, ho ripercorso il suo itinerario sulla tela".

Daverio, prima che essere un "teorico", è un artista che ha saputo interiorizzare le tecniche della pittura, ma ancor prima l'amore per l'arte, per la ricerca, per la bellezza impressa nelle opere pittoriche.

Lascio il suo studio. Lui mi saluta con due occhi vivi, appassionati.

Anche fra le nostre case si conservano abilità che non appaiono, ma valgono.

Carlo Zanzi

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