S'innalza sopra le abitazioni imponente e maestoso, poggia su salde fondamenta rocciose e con mura massicce.
Fu solamente nel secolo IV che a ridosso della torre venne eretta una cappellina dedicata a S. Ambrogio, a ricordo del suo passaggio nella lotta contro l'arianesimo; poi nel secolo VI, con la venuta dei Longobardi, nel terreno pianeggiante attorno alla torre sorsero case che, con lento ma crescente sviluppo, resero necessaria nel secolo XI la costruzione di una Chiesa.
In seguito, già sistemata a torre campanaria, gli Umiliati, congregazione iniziata con finalità religiosa ma poi deviata per avidità di interesse e di guadagno, usavano la torre-campanile per la sorveglianza ai lavori dei molti campi e delle zone boschive che possedevano in questa località.
Verso il secolo XI, quando sull'alto della torre fu sistemata una campanella, voce solitària che chiamava i fedeli sparsi nei casolari della campagna alle funzioni festive; poi nel secolo XV, con la costituzione della Parrocchia, vennero eseguiti alcuni adattamenti di rialzo, con copertura di tegole, in modo da ricevere le tre campane del modesto concerto.
Nel 1852 la torre fu notevolmente innalzata con l'attuale cella campanaria, circondata da balaustrata, con copertura in pietra del S. Monte a piramide tronca recante in alto la statua di S. Ambrogio benedicente scolpita a Viggiù.
Il lavoro fu inaugurato il 15 agosto di quell'anno con l'arrivo delle nuove cinque campane che, dopo la benedizione liturgica, furono sistemate nella nuova cella.
Nel 1912, nel mese di maggio, avvenne un episodio abbastanza singolare che poteva avere grave conseguenza.
Un pomeriggio un terribile temporale si scatenò sul paese con acqua abbondante, grandine e fulmini a ritmo continuato.
Uno di questi fulmini cadde proprio sul campanile colpendo la statua di S. Ambrogio: spezzava la parte superiore che andava a cadere sul tetto della casa sottostante.
Il fulmine poi entrava nel campanile arrecando danni, incendiando ripiani e poi si scaricava su di un angolo della cella campanaria che veniva asportato, cadendo nella piazzetta.
Moltissimo lo spavento, danni rilevanti ma nessuna disgrazia: tutti riconobbero una particolare protezione della Madonna SS. invocata durante l'intemperia.
La statua venne poi rinnovata e riportata alla cuspide del campanile con un lavoro paziente e lungo; anche i danni furono a poco a poco riparati con notevole spesa.
Il caro don Angelo Del Frate, benemerito Arciprete del S. Monte, ogni volta che scendeva a S. Ambrogio col suo sorriso bonario chiedeva "e il nuovo campanile accanto alla Chiesa quando sarà finito?".
È un lavoro né pensato né progettato; forse prima di un nuovo campanile si dovrà pensare ad una chiesa più ampia ed accogliente poiché la popolazione con l'incremento edilizio continua ad aumentare.
Don Barnaba Stucchi