Per molti anni una semplice campanella col suono argentino e garrulo aveva chiamato i fedeli alla Chiesetta edificata accanto alla torre romana: era piccola, quasi insignificante, issata su di una costruzione così alta, imponente, massiccia, ma la sua voce gentile si diffondeva tra i casolari sparsi nella campagna di prati e vigneti.
La località non aveva né esigenze né pretese perché alle dipendenze di Velate.
Fu solamente alla erezione della Parrocchia, avvenuta nel 1568, per opera di S. Carlo Borromeo venuto in Visita Pastorale, che si trovò conveniente dotare la Chiesa di un modesto concerto di campane, per le funzioni parrocchiali ed anche perché solo in quell'epoca venne in luogo un sacerdote con residenza fìssa come Parroco.
La torre venne adattata con più ampia cella campanaria, coperta con tetto ordinario di tegole, in modo da accogliere le tre campane.
Durarono quasi 200 anni.
Fu nel 1852 che il Parroco don Antonio Rimoldi presentò l'iniziativa di dotare la Parrocchia di un concerto di campane più decoroso.
La popolazione, seguendo l'esempio di paesi vicini, rispose con grande slancio: si fece raccolta di offerte, di grano, di rame e anche di un po' di argento.
Fu concordato un concerto completo di cinque campane in mi bemolle.
La venuta determinò grande entusiasmo, che esplose in una manifestazione indimenticabile, unica in quei tempi.
Si mobilitarono tutti i cavalli, ed erano moltissimi, allora adibiti al lavoro della campagna ma soprattutto al trasporto dei pellegrini che si recavano al S. Monte.
Rimasero famosi i "cavalitt di S. Ambroeus" che, prima del tram o delle funicolari, disimpegnavano l'accompagnamento al Santuario: erano conducenti in genere buoni uomini, un po' esosi, ma sempre ottimi bevitori.
Fu stabilito un fastoso corteo con staffette di cavalieri: le campane posate su cinque carri addobbati erano trainate le maggiori da ben otto cavalli ciascuno, le altre da quattro, attorno una schiera di palafranieri, scudieri, paggi in grande gala.
Sulla strada da Varese era accorsa gente a vedere ma quando il corteo arrivò a S. Ambrogio fu un delirio di festa, di gioia, di applausi: furono percorse tutte le strade preparate con festoni, bandiere e sandaline, si raggiunse Robarello, ritornando poi alla Chiesa.
Nella piazzetta che si apriva sotto al campanile furon benedette e dedicate la maggiore (mi b.) alla B.V. Assunta, l'altra (fa crescente) a S. Ambrogio e S. Michele, le minori (sol, la bemolle, si bemolle) al Santo Crocifisso, ai Defunti, ai SS. Angeli Custodi.